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Vi è un luogo da raggiungere, in cui per analogia si può continuare a cercare se stessi. Un luogo in cui per cercare l'ascesi si guarda alla cima della montagna, situata in mezzo al mare. La sua latitudine è posta in una curvatura dello spazio e delle acque, per questo quindi è necessario affrontare una traversata marina, ma con animo da alpinisti.
La scalata permetterà di superare mete e obbiettivi sconosciuti a se stessi, dall'alto sarà possibile osservare il basso, è infatti acclarato che il basso non conosce l'alto, mentre dall'alto si può ben osservare e approfondire il basso, anche perchè si è da esso partiti.
Necessario per affrontare questa scalata 'analoga' è acquisire strumenti, impossessarsi delle tecniche, rendersi cavi per accogliere i nuovi elementi di conoscenza.
Si giungerà in un luogo, attraverso le onde, si partirà per la salita, dopo una sosta all'arrivo, utile per organizzarsi e pianificare lo sforzo.
Si incontreranno guide su di un altopiano in alto, che attraverso il racconto della propria esperienza, forniranno il giusto stato d'animo per continuare la fatica di arrampicarsi.
La memoria si fa mezzo di trasporto per innalzare l'animo verso l'alto.
L'esterno del corpo si unisce all'interno dell'anima, a fondersi in un tutto che comprende il pensiero e l'azione.
Il marinaio si trasforma in alpinista.
 Il sale marino si perde nel vento della cima.
La montagna unisce la terra al cielo, lassù dove si può arrivare a vedere le cose compiute, nel proprio inizio e nella propria fine.
Non parlo della montagna, ma per mezzo della montagna.
Con questa montagna come linguaggio, parlerò di un'altra montagna che è la via che unisce la terra al cielo."

 

RENÈ DAUMAL attraverso una visione di ANTONELLO COSSIA

il monte analogo

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